Kuria

PG [verde]

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    Eh si, questa è la prima cacca fan fiction che scrivo... Spero vi piaccia! :^O^:
    Curiosità: Basata su un sogno di Kim O.o *che strana sarà eh?*

    Kuria
    Capitolo 1
    -Kim-

    Una ragazzina correva fra i vicoli della città in preda ad una furia incontenibile, la voglia di libertà.
    I suoi inseguitori, un uomo di media statura e rado di capelli, insieme alle due guardie, la stava raggiungendo.
    La ragazza svoltò in un vicolo e si mise a correre ancora più veloce.
    All’improvviso urtò qualcosa di duro e cadde a terra
    Guardò indietro e vide che un uomo aveva sporto la gamba verso di lei, facendola cadere immancabilmente in aria.
    Un risolino stampò la faccia all’uomo e due denti tremolanti comparvero sulla bocca sogghignante.
    Nel frattempo gli altri tre uomini l’avevano raggiunta e tenendola ben ferma ritornarono da dove erano venuti.
    L’Orfanotrofio si stagliò in lontananza, il luogo da dove proveniva la ragazza.
    Questa era la sua sedicesima fuga fallita.
    Kim aveva quattordici anni, magra e sottile, aveva corti capelli bruni tagliati rozzamente.
    Sul viso sudicio, proprio sopra l’occhio destro, aveva una benda.
    Quell’occhio lo aveva perso per colpa di un tiro mal calcolato della stoccata di una frusta, punizione per essere scappata.
    La ragazza viveva nella Casa Degli Orfani, luogo terribile per tutti quelli che ci abitavano.
    Il padrone della Casa diceva sempre che i genitori di quei bambini li avevano abbandonati e che lui, munificamente, li aveva nutriti e scaldati.
    Il nutriti consisteva in miseri resti di una fetta di pane e di una scodella d’acqua somministrati una volta al giorno, mentre il scaldati consisteva nel dormire sopra un duro e freddo pavimento e come unica fonte di calore dei corpi umani.
    Kim cadde a terra, dopo un forte pugno da parte del Padrone.
    <<cosa dovrei fare ancora con te?>> sospirò l’uomo
    <<per fortuna che queste brave guardie mi hanno aiutato a rimetterti sulla retta via.>>
    Le guardie inclinarono il capo in segno di ringraziamento e sogghignarono.
    <<ora pensiamo alla punizione…Riceverai dodici frustate e stasera niente cibo.>>decretò.
    Le frustate arrivarono lente e sempre più insopportabili.
    Il padrone iniziò a contare. <<uno…Due…Tre…Undici e…Dodici.>>
    Poi il buio.

    Capitolo 2
    -Risveglio-

    Dolore. In tutto il corpo. Poi una voce.
    <<se non si sveglia la ucciderò. Un solo colpo di pistola e…Bang, morta!>>
    La voce rise sguaiatamente.
    Lentamente l’occhio di Kim si riaprì.
    Il panorama si allargò e vide le due guardie chine su di lei con uno sguardo deluso.
    <<maledizione, è viva! Pazienza sarà per la prossima volta. Vero piccola?>>
    Un sorriso ironico apparve sul suo volto.
    Lentamente la ragazza si rialzò nonostante il dolore che le infiammava tutto il corpo.
    <<muoviti e vai a lavorare, è già mattina!>> disse il padrone.
    Senza una parola Kim si rialzò e barcollando si diresse verso l’uscita.
    Cadde e un suono metallico rimbombò nella stanza.
    Kim guardò verso i piedi e notò delle catene, robuste catene attaccate alle caviglie.
    Alzò gli occhi e vide che altre catene erano sulle mani.
    Ora era bloccata.
    Una risata spezzò il silenzio. <<hai visto che bella sorpresa? Questo ti impedirà di scappare di nuovo!>> L’uomo si tenne la pancia dal ridere e una lacrima di ironia gli solcò il volto.
    Sentendosi sprofondare la ragazza uscì e si diresse verso i campi.
    Gli orfani che abitavano nella casa dovevano lavorare, come previsto dalla legge di Daligar e dal Santo Imperatore di Miln.
    In questo caso gli orfani erano obbligati a coltivare, piantare e innaffiare tutti i campi presenti vicini alle mura, che non erano pochi.
    Cadendo ad ogni passo, Kim si mise a lavorare.


    Capitolo 3
    -Fuga-

    La Casa era silenziosa a quell’ora, tutti gli orfani dormivano e si sentivano gli sbuffi regolari dei loro respiri.
    Un occhio rosso fuoco guizzava nel buio, titubante e timoroso.
    Kim si aggirava nelle tenebre.
    Piano piano scostò la tenda ,che separava il dormitorio dal resto della Casa, e si diresse silenziosamente verso l’uscita.
    <<sarà la diciassettesima fuga fallita o riuscirò scappare?>> Si chiese la ragazza.
    Si mise a camminare molto lentamente, passo dopo passo.
    All’improvviso un rumore agghiacciante.
    Kim cadde e il rumore metallico delle catene iniziò a rimbombare sempre più forte.
    I cani da guardia si misero ad abbaiare.
    Delle luci si accesero in casa e qualcuno si mise a correre verso quel rumore.
    Kim non si girò e iniziò a scappare, con il cuore a mille.
    Inciampò e cadde ma si tirò subito su facendosi coraggio.
    Iniziò a sfrecciare per i vicoli. Ormai stava albeggiando e le prime persone iniziarono a rendere viva la città.
    Mercanti che sistemavano oggetti, viandanti appena arrivati in città, ubriachi della notte, giovani donne che facevano il bucato.
    La gente rimase stupita da quella ragazzina, ma Kim continuava a correre, pensava solo a correre.
    All’improvviso una voce dietro di lei.
    <<non ci scapperai!>>gridò il Padrone affiancato dalle guardie del giorno prima.
    Poi l’ancora di salvezza. Un plotone di guardie stava marciando verso la direzione della ragazza.
    Kim iniziò a intrufolarsi fra le guardie prima che capissero che stava scappando.
    Alcune cercarono di fermarle la strada, ancora intontite, ma Kim saltò agilmente tutti gli ostacoli.
    Rapidamente si diresse verso il cancello d’uscita.
    <<chiudete il cancello!>>gridarono delle guardie.
    L’ordine venne subito eseguito.
    Il cancello si stava chiudendo velocemente, troppo velocemente.
    Kim avrebbe potuto non farcela.
    Tentò il tutto per tutto. Si buttò e scivolò verso il cancello che si stava inesorabilmente chiudendo.
    Dietro di lei grida e davanti…Un prato e un odore di libertà.
    Si regalò un rapido sorriso.
    Dietro di lei il tonfo del cancello che si chiudeva.
    Si rimise a correre, ormai spronata dall’adrenalina.
    Piano piano le voci dietro di lei si affievolirono.
    Finalmente Kim si fermò, con il fiatone e si mise a sedere.
    Non poteva crederci, ce l’aveva fatta, era libera.
     
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    Arrivo un po' tardi ma meglio che mai...
    Che bella! E' molto scorrevole e ben strutturata! Ma è terminata? Credo sarebbe un buon inizio per una long-fic poi sarei curiosa di sapere di più su Kim! ^_^
    Comunque penso sia adatto un rating giallo, dopotutto ci sono alcuni dettagli cruenti. ^^
     
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    Grazie! In realtà nemmeno mi ricordavo di averla postata pure qui! XD
    Sono arrivata al 12 capitolo... Adesso continuerò a metterla!
    Forse un pò cruenta lo è, ma non descrivo sangue etc...
     
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    Rispolvero i vecchi post :°°D
    Comunque continua, mi piacerebbe sapere come prosegue!
    Comunque il rating era solo un consiglio, quello giallo mi sembrava più opportuno, ma non discuto le decisioni dell'autore. C:
     
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    XD ok! Allora ti accontento subito! ^.^
    Ti avviso già! I miei capitoli sono corti, quindi ti dovrai abituare! XD
    Proprio non riesco a farli più lunghi! x3


    Capitolo 4
    -Il viaggio-
    Arrivò la notte, e con la notte la paura.
    Una fredda paura che lentamente corrodeva il corpo.
    Kim iniziò a sentirsi sola, aveva freddo, fame, era stanca. Si accasciò a terra e si mise a piangere.
    Pochi minuti dopo dormiva profondamente.
    Una luce si insinuò sotto le palpebre della ragazza, era mattina.
    Kim si accorse che era al limitare di un bosco.
    Lontano si distingueva un villaggio. Decise di andarci e chiedere informazioni su dove vivere. Non poteva certo restare lì e vivere come una piccola selvaggia nel bosco.
    Tra i vicoli incontrò un vecchio, seduto su una panca. Aveva gli occhi chiusi, forse era addormentato.
    Kim cercò di nascondere alla bene e meglio le catene. Quando fu soddisfatta del lavoro, prese coraggio.
    -Scusi, potrei chiederle un’ informazione?- chiese titubante.
    Tenendo gli occhi chiusi il vecchietto rispose -Prima dammi qualcosa in cambio. Se tutti dessimo informazioni gratuite, come vivremmo?- si giustificò.
    Gli unici effetti personali di Kim erano la veste sdrucita e sporca che aveva addosso e quelle fastidiose catene. Non poteva dargli niente.
    -Mi dispiace, non ho niente- disse sconsolata.
    -Mi sembri una ragazza per bene. Ti darò l’informazione che desideri in cambio di una descrizione del paesaggio che ci sta intorno-
    La ragazza lo guardò stupita. Forse era matto.
    Poi però capì, quell’uomo era cieco. Ecco perché teneva gli occhi chiusi.
    Così iniziò a parlargli degli uccellini che cinguettavano, degli alberi con le loro foglie color smeraldo che ondeggiavano al vento, del cielo azzurro e delle nuvolette bianche che si muovevano soffici.
    Il vecchio sorrise e la invitò a chiedere.
    Kim disse che cercava una città, la più vicina da quel posto.
    -La più vicina da qui è Ur, la capitale del regno di Miln. Ci arriverai facilmente, dista da qui cinque ore a cavallo e un giorno a piedi-
    Kim ringraziò e si avviò, seguendo le indicazioni ricevute.
    Dopo sette ore di viaggio si concesse una pausa. Era stanca e debole. Doveva mettere qualcosa sotto i denti.
    Vicino a lei notò un cespuglio pieno di bacche succose.
    Degli uccellini le stavano mangiando, segno che non erano pericolose.
    Kim si ingozzò, riempendosi la bocca di quel dolce nettare e le finì tutte.
    Aveva ancora fame, ma per ora potevano andare.
    Riprese la marcia. Lentamente le sue energie si esaurirono.
    Crollò ma continuando a pensare alla città sempre più vicina, si rialzò e si rimise a camminare.
    Finalmente individuò le mura alte e maestose di Ur, la sua meta.
    Davanti all’ingresso principale c’erano delle guardie, che controllavano chi entrava e chi usciva.
    Solo in quel momento Kim si accorse che le catene l’avrebbero smascherata e marchiata come schiava ribelle.
    Si allontanò e si diresse verso un vicino boschetto.
    Finalmente trovò quello che cercava, un grosso sasso.
    Iniziò a sbattere la pietra contro le catene, ma riuscì solo a scalfirle.
    Tuttavia non si arrese e ricominciò a battere con sempre più forza.
    Gli anni di lavoro alla Casa l’avevano irrobustita.
    Finalmente le catene delle braccia si ruppero, seguite da quelle alle caviglie.
    Si massaggiò i polsi e tornò verso la città.
    Finalmente poteva intraprendere una nuova vita.
     
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    Non sono una persona che tiene conto della lunghezza. Certo, anch'essa è importante ma spesso ci si dilunga in particolari insignificanti e mi annoiano, infatti sono poche le long-shot che mi appassionano. xD Quindi non ti preoccupare. ^^

    Comunque per questa fanfiction ti sei ispirata a Morgiana?! In alcuni aspetti ci si rispecchia parecchio!ò.ò
     
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    In realtà questa fan fiction l'ho iniziata molto prima di iniziare a leggere Magi! XD
    Othaka, mi hai copiatooooo!!! :ugh: XXXD
    Ha 3 occhii!!!
     
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    LOOL Accusiamola per plagio e portiamocela in Italia!ewè
     
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    Si!!! E poi dovrà farci tanti bei disegni! ehehehe
    *si sfrega le mani*
     
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    ECCELLENTE. *Burns mod on*
    bwahaahah
     
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    Ok, ora basta! XD
     
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    Ecco qua un nuovo capitolo! Buona lettura dall'"autore"! XD
    Aspettatevi ancora molte sciagure per Kim! XD Potrebbe essere il continuo de "Una serie di sfortunati eventi" X3

    Capitolo 5
    -Un brutto inizio-

    Le porte della città apparivano maestose e senza tempo.
    Kim si diresse dalle guardie per farsi registrare.
    -Nome?- domandò la guardia.
    -Kim-
    -Professione?- Spiegò che non aveva un lavoro e che lo cercava appunto lì.
    -Bene, ora fammi vedere la spalla-
    -Per quale motivo?- chiese Kim.
    -Controlli…- bofonchiò l’uomo.

    La guardia la tenne con mano ferma e alzò la manica per controllare.
    Stampato sulla pelle era impresso un marchio., un teschio incrociato con una catena, il marchio dello schiavo.
    Tutti gli schiavi di Miln ne avevano uno e glielo facevano a cinque anni, l’età in cui si può iniziare a capire il dolore, il modo migliore per farti temere.
    Kim se ne era scordata.
    Sentì qualcuno che l’ammanettava e la spingeva all’interno della città con bruschi modi.
    Arrivarono alla piazza pubblica dove troneggiava un patibolo.
    All’improvviso la ragazza ebbe paura, molta paura.
    Forse la sua morte era vicina.
    Per fortuna, o forse no, le dissero che avrebbe ricevuto venti frustate e un marchio di fuoco, probabilmente tenaglie arroventate.
    Infine sarebbe stata portata, o forse è meglio dire rinchiusa, nelle carceri della città.
    Furono tirati sassi dalla gente radunata e la ragazza iniziò a sanguinare copiosamente.
    Poi iniziarono le frustate.
    Kim faticava a stare in piedi e non vedeva l’ora che finisse tutto.
    Fu il turno delle tenaglie.
    La ragazza urlò di dolore e si accasciò a terra.
    Fu portata pesantemente per le vie della città e infine sbattuta per terra.
    Non ancora svenuta, Kim percepiva freddo e un duro pavimento. Accanto a lei dei rumori.
    Cercò di alzarsi. Si trovò in una stanza buia con sbarre alle finestre. Ora non poteva scappare.
    Risentì di nuovo dei rumori. Si girò impaurita e poi…lo vide.
     
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    Ammetto di essere incappata nel tuo portfolio e di aver già letto qualche capitolo!Uahauhauh Anche se scrivi poco, la storia mi coinvolge un sacco,sai?XD Brava,brava!
    Ho ascoltato anche qualcuno dei tuoi fansub ò_ò Hai una voce affascinante, seriously ò_ò
     
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    OMG Davvero? XD Voce affascinante? Io penso che sia troppo bassa... Sigh!! Io voglio frae le voci puccie!!
     
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    Siii! Secondo me saresti ideale per un personaggio avvolto nel mistero, saresti perfetta. u.u Ma se preferisci quelli pucciosi, non scoraggiarti!
     
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